Nicola Zupo
Cerisano (Cosenza) 15 maggio 1752 - Napoli dicembre 1806

Medico cosentino, naturalista, erudito appartenne alla poliedrica schiera di intellettuali autoctoni che reagirono al manifestarsi della catastrofica sequenza sismica calabrese del 1783.

Già dall’età di 14 anni si dedicò a Cosenza allo studio della matematica e della filosofia mentre conseguì a Salerno la laurea in Medicina all’età di 23 anni. Preferì però a una cattedra in quella città una residenza nella città partenopea, laddove divenne Presidente della Facoltà di Medicina e portò avanti alcuni studi sulla cura delle febbri autunnali con la corteccia peruviana (chinina).
Fu erudito Accademico dei Costanti e dei Cratalidi e una volta tornato nel suo paese natale, cominciò già dall’anno 1786 l’insegnamento della matematica sino a tutto il 1797. 
Appartenne alla poliedrica schiera di intellettuali autoctoni che reagirono al manifestarsi della catastrofica sequenza sismica calabrese del 1783, imponendosi di rendere ragione della "terribile meteora" attraverso la prassi;  distruggendo il mito. Convinto assertore della sismogenesi elettrica atmosferica, in antinomia con l'ipotesi  incentrata sull'elettricità ipogea, ideò e realizzò un semplice apparato, allo scopo di accertare se "in tempo delle scosse accorresse un fluido elettrico per le viscere della Terra".

Fu autore di numerose opere scientifiche, la maggior parte delle quali è andata perduta, e scrisse un trattato dal titolo Riflessioni sulle cagioni fisiche dei tremuoti, in cui annotò le scosse segnalate dal sismoscopio di sua costruzione.