Sismografo elettrico a carte affumicate scorrevoli Cecchi 2°

Filippo Cecchi 1879

Si tratta di una variante del primo strumento in grado di scomporre il moto del suolo in tre componenti ortogonali, anticipando così il futuro della sismologia strumentale moderna.

IDEAZIONE

i 056001 01nQuesto strumento nasce come evoluzione, in forma più compatta, del sismografo elettrico a carte affumicate scorrevoli progettato da Filippo Cecchi e fu presentato al Congresso meteorologico italiano nel 1879 come testimoniato da Vincenzo Nigri in una sua pubblicazione.

FUNZIONAMENTO

i 056001 02n1882 SismografoCecchi2modelloAltoLo strumento, di cui sopravvive un solo esemplare, ricorda come principio di funzionamento il sismografo a carte affumicate scorrevoili Cecchi. Questo, come altri strumenti di Cecchi, non è documentato in modo diretto, ma sappiamo che un esemplare fu esposto nel 1879 a Roma, al Congresso internazionale di meteorologia.

Lo strumento è descritto da Vincenzo Nigri come una variante più compatta e sofisticata, scrivente su rullo rotante, del sismografo elettrico a carte affumicate scorrevoli. Lo strumento che ci è pervenuto si presenta, infatti, più compatto, più sofisticato nei meccanismi di registrazione di più scosse e con una maggiore amplificazione. La registrazione avviene su di un foglio di carta affumicata avvolta a un rullo rotante.

Si compone di una colonna di legno, dipinta a finto marmo con una parte dedicata alla rilevazione dei movimenti orizzontali e una a quelli verticali.

La prima è formata da due pendoli del tutto identici a quelli del primo modello del sismografo a carte affumicate scorrevoili Cecchi, oscillanti su due piani ortogonali, in genere disposti N-S ed EO, uno fissato alla faccia destra della colonna e uno a quella posteriore. I pendoli trasmettono il loro movimento a due pulegge munite di pennini scriventi sopra un foglio di carta affumicata avvolta sul rullo di registrazione verticale.

I movimenti verticali sono rilevati da un meccanismo formato da una molla a spirale verticale, lunga circa 80cm, tenuta in tensione nella parte inferiore da una massa. A questa estremità della molla è collegato un filo che risale verticalmente e, attraverso un sistema di pulegge, trasmette il movimento a un pennino scrivente sul rullo della carta affumicata.

Il bilanciere dell’apparato dedicato ai moti vorticosi si trova sopra l’orologio e da una delle due masse si allunga orizzontalmente un filo che, per mezzo di una puleggia, trasmette il movimento a un quarto pennino scrivente sul rullo. Il sistema di trascinamento della carta, normalmente fermo, entra in funzione solo all'occorrenza di un movimento rilevabile da un terzo pendolo a braccio corto, a sinistra in alto della colonna, che è in grado di riattivarsi fino a 2 volte per ogni carica del sistema di registrazione. Quando si verifica un terremoto, il moto di questo pendolo sblocca l’orologio responsabile del movimento del rullo di registrazione e il sistema di attivazione della registrazione composto da: puleggia, ruota dentata, conchiglia e tamburo.

Un ingegnoso gioco di leve consente di far battere un anello di ottone contro le lancette dell’orologio (le cui matite fissano l'orario della scossa sulla striscia circolare) e di ripristinare l'apparato di registrazione a completamento della rotazione del sistema dopo circa 2 minuti dall’inizio della registrazione.

DIFFUSIONE E NOTE

Nel 1876 erano stati costruiti già sei esemplari del primo modello presso l’Officina Galileo in Firenze, sotto la direzione di L. Golfarelli.

Di questo secondo modello, di cui sopravvive un unico esemplare, non conosciamo la prima destinazione, ma sappiamo solo che fu ritrovato da Francesco Porro (1861-1937), direttore dell’Osservatorio Astronomico di Torino, nel domicilio del defunto Angelo Charrier. Nel 1889 Porro lo installò nell’Osservatorio, ma pochi anni dopo ne fece dono al museo dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Roma (oggi confluito nel CREA).

SCHEDA TECNICA

Dimensioni: 50x60x250cm
Materiali: ferro, piombo, ottone, rame, legno;.
Stato di conservazione: buono

Proprietario dell'esemplare in primo piano: CREA