Pendolo orizzontale Stiattesi Raffaello Stiattesi 1898 Fu uno dei primi strumenti in Italia che, con l'applicazione del principio del pendolo orizzontale, permise di raggiungere lunghi periodi propri di oscillazione con dimensioni contenute. |
IDEAZIONE
Sul finire del XIX secolo anche gli studiosi italiani cominciarono a utilizzare pendoli orizzontali, che all’estero avevano già dato buoni risultati. Il pendolo orizzontale consentiva di ottenere, rispetto ai pendoli verticali, ingrandimenti molto superiori senza ricorrere all’aumento della lunghezza del pendolo che risultava, oltre un certo limite, poco pratico.
Nei primi anni del Novecento Raffaello Stiattesi costruì diversi modelli di pendoli orizzontali nel suo osservatorio di Quarto-Castello, nei pressi di Firenze.
FUNZIONAMENTO
Il pendolo orizzontale è costituito da un telaio triangolare in ferro con il lato lungo posizionato verticalmente, ancorato a un sostegno, che costituisce l’asse di rotazione del pendolo; al vertice opposto del lato verticale è montata la massa pendolare. Il telaio quindi può ruotare sul suo asse verticale e la massa si muoverà solo su di un piano orizzontale. Il sistema è in equilibrio indifferente.
Se il pendolo viene montato con l’asse di rotazione più o meno inclinato rispetto alla verticale dalla parte della massa, il pendolo non è più in equilibrio indifferente.
Ruotando il telaio attorno al proprio asse, la massa oscillerà con un periodo proporzionale all’inclinazione: 5, 10, 20 e 30s. La parte esterna della massa pendolare è collegata a un sistema di leve per amplificare le oscillazioni del pendolo.
Il primo modello dei pendoli Stiattesi aveva massa di 25kg e ingrandimento di 100 volte. Nelle tre versioni successive il sismologo fiorentino aumentò la massa a 235 e 500kg, con l’obiettivo di vincere l'attrito del sistema di ingrandimento esterno.
Nel 1906 Stiattesi descrisse, in una pubblicazione dell'Osservatorio di Quarto-Castello, il quarto modello dei suoi pendoli orizzontali, sottolineando le perplessità insorte nel corso degli studi fatti negli anni precedenti per la messa a punto dello strumento. Egli utilizzò anche due pendoli orizzontali sovrapposti nell'intento di migliorare ancora l'ingrandimento complessivo, che già nel terzo modello era di 5.000 volte, ma lo strumento presentava delle instabilità che lo rendevano inaffidabile.
Con un solo pendolo non riuscì a superare ingrandimenti di 50 volte.
DIFFUSIONE E NOTE
Lo strumento, nelle sue varie versioni, ebbe tra il 1900 e il 1929 una discreta diffusione nazionale e internazionale. Coppie di pendoli orizzontali Stiattesi hanno funzionato a: Moncalieri, Chiavari, Bologna, Firenze, Quarto-Castello, Giaccherino, Siena, Foggia e Granada. Sono sopravvissuti le coppie dell'ex Osservatorio di Moncalieri (attualmente in deposito all'INGV di Roma), dell'ex Osservatorio del Collegio "alla Querce" di Firenze (un esemplare attualmente in deposito all'INGV di Roma) e diversi prototipi dell'ex Osservatorio Stiattesi di Quarto-Castello.
SCHEDA TECNICA
Dimensioni: 150x50x350cm;
Materiali: ghisa, ferro, ottone, rame;
Stato di conservazione: discreto
Proprietario: Leeu Collection