Guido Alfani Firenze 17 gennaio 1876 - 20 novembre 1940 Fu grande progettista di strumenti sismici e grande divulgatore. |
Figlio di una nobile e colta famiglia fiorentina, a causa di problemi di salute e della sua vocazione religiosa, nel 1896, trovò al seminario Gavi di Livorno un luogo salubre dove poter coniugare il suo grande interesse per la scienza con la sua missione di religioso. Nel seminario istallò un suo primo osservatorio che dotò, a proprie spese, di strumenti molto sofisticati per l’epoca, fra cui un microsismografo Vicentini, nel 1898.
Entrò in rapporti di stretta amicizia con lo scolopio G. Giovannozzi dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze, del quale accolse l’invito a farsi scolopio e divenne assistente nel 1900, fino a subentrargli nella direzione dell’Osservatorio nel 1905. Nonostante una debole costituzione fisica, la passione scientifica lo portò a essere presente sui luoghi dei maggiori eventi sismici italiani dei primi decenni del ‘900 per studiare gli effetti dei terremoti e assistere e consolare le popolazioni colpite.
La sua maestria nella progettazione di strumenti sismici sempre più sensibili gli consentì di registrare terremoti anche molto lontani, dei quali dava tempestiva notizia sui giornali, nei bollettini sismici e con pubblicazioni scientifiche, prima che giungessero notizie dirette dalle zone colpite; per esempio, fu in grado di calcolare buone localizzazioni, del terremoto in India del 4 aprile 1905 e di quello in Calabria dell’8 settembre, in seguito alle quali fu chiamato a rilasciare interviste, a tenere conferenze e a dare la sua consulenza per l’allestimento di osservatori sismici.
Nel 1907 divenne membro della Società Sismologica Italiana. Non godette del favore dei colleghi e, in particolare, Agamennone non mancò occasione di criticarlo nei rapporti epistolari e sulle pagine dei giornali, direttamente o sotto pseudonimi; ma alla fine del 1908 e i primi mesi del 1909 videro il suo riscatto quando gli fu conferita la libera docenza in sismologia all’Università di Firenze e fu chiamato a fare parte della commissione di studio dei luoghi più adatti per la ricostruzione dopo il terremoto di Messina del 28 dicembre 1908. Negli anni ’20 e ’30 diede ampio spazio alle sue grandi qualità di divulgatore, con più di 4000 articoli giornalistici su vari argomenti di sismologia, meteorologia e fisica, oltre a una settantina di pubblicazioni di sismologia.
Trascorse gli ultimi giorni in S. Giovannino e spirò mercoledì 20 novembre 1940 alle ore 12:50.
Dopo due giorni di esposizione nella chiesa di S. Giovannino, fra un incredibile pellegrinaggio di visitatori, il 22 si tennero solenni funerali in duomo e quindi la salma fu trasportata al cimitero di Rifredi per essere tumulata nella tomba di famiglia.
Studiò la realizzazione del vibrografo accelerometrico, si occupò di edilizia antisismica, concentrando la sua attenzione anche sulla realizzazione di strumenti meteorologici. Acquisì, per l'Osservatorio Ximeniano una stazione radio-ricevente che riceveva gli impulsi orari trasmessi dalla Torre Eiffel di Parigi.
Fu membro della Società Sismologica Italiana sin dal 1907, per i suoi meriti scientifici conseguì la libera docenza in sismologia all'Università di Firenze e ottenne varie onorificenze.