Bullettino del Vulcanismo Italiano 1874- 1898 Si tratta della prima rivista di geodinamica al mondo fondata, compilata e finanziata da Michele Stefano de Rossi, e intormo alla quale si aggregò la prima rete sismica italiana. |
A Michele Stefano de Rossi è riconosciuto il merito di avere contribuito a promuovere un importante sviluppo della nascente sismologia italiana. Con la creazione di una rete di corrispondenti titolari di altrettanti osservatori pubblici, privati o facenti capo a comunità religiose, De Rossi creò il primo nucleo di una comunità sismologica italiana che ebbe successivo sviluppo nella Società Sismologica Italiana. Per ‘dare voce’ a questa comunità fondò e diresse il Bullettino del Vulcanismo Italiano, la prima rivista di geodinamica al mondo.
Nella Prefazione e Programma ad introduzione del primo volume del BVI, De Rossi così motiva le ragioni della creazione della rivista: Non tacerò da ultimo, che essendomi io dedicato anche a minute ricerche storiche sui fenomeni avvenuti massime nella nostra penisola, eziandio da questo campo ho raccolto una messe ricchissima di fatti, i quali uniti ai contemporanei non poco accresceranno la luce desiderata. Ma tanto per raccogliere ed ordinare il già fatto, come per dare impulso e pronta pubblicità alle ricerche nuove, è necessaria compilazione di un Bullettino, quale appunto io intraprendo e che chiamo con vocabolo forse almeno per ora non del tutto esattamente scientifico ma volgarmente adottato, del Vulcanismo italiano.
Questo periodico speciale per l'osservazione e la storia dei fenomeni endogeni nel suolo d'Italia, divenne in certo modo l'organo di una società di studiosi, sorta spontaneamente e tacitamente, i quali corrispondevano fra loro e facevano capo al De Rossi come intorno a un comune centro, incaricato di ordinare e divulgare le osservazioni raccolte. Di questo nucleo di sismologi facevano parte oltre a De Rossi, Luigi Palmieri, Timoteo Bertelli, Alessandro Serpieri, Filippo Cecchi, Francesco Denza, Pietro Monte a Livorno, Orazio Silvestri a Catania, Ignazio Galli, Domenico Conti di Cosenza.
Ben presto numerosi furono altri studiosi più o meno illustri che si aggregarono al nucleo iniziale di osservatori, soprattutto da quelle zone dove più frequenti si verificavano movimenti sismici.
Nel BVI si trovano pubblicate numerose note di sismologia, bibliografia, con notizie e brevi sunti di qualsiasi lavoro di sismologia o di argomento affine che fosse comparso in altro giornale o periodico in Italia, una speciale rubrica era riservata alla corrispondenza inviata a De Rossi dai vari osservatori relativamente ai vari fenomeni osservati. In altra sezione il BVI riporta quadri sinottici dei fenomeni endogeni, disposti per ordine cronologico e messi in confronto con alcuni altri fenomeni, come le fasi della luna, le pressioni barometriche, le apparizioni aurorali. Infine, larga parte è data alle ricerche storiche intorno al vulcanismo in Italia, sia con la pubblicazione di fatti nuovamente rinvenuti nei manoscritti inediti, sia con la riproduzione di cose dimenticate dagli studiosi.
Il BVI crebbe prosperosa fino intorno al 1887, ma dopo quell'epoca cominciò a declinare, cioè a ridursi sempre più di mole e d'importanza e a uscire in modo irregolare con grandi ritardi. La causa di ciò deve innanzi tutto ricercarsi nei gravi lutti domestici che travagliarono De Rossi e, inoltre, era dal 1895 nata la Società Sismologica Italiana, d'impronta accademico - istituzionale la quale, disponendo di maggiori mezzi, si sovrappose e in certo modo assorbì l'organizzazione privata di De Rossi. L'ultimo volume pubblicato è il XVII nel 1897, poco prima della sua morte avvuenuta il 30 ottobre 1898, relativo alle notizie del 1890.